Quando si parla di Romagna, il pensiero vola subito al sole, alle spiagge e alle ridenti città sulle rive dell’Adriatico; tuttavia, la Romagna è anche un vasto entroterra di montagne e pianure, il cui confine naturale è segnato dal fiume Sillaro, non distante da Imola. Ovunque è un fiorire di rocche e castelli, molti dei quali in ottime condizioni e vanto delle proprie città.
La Romagna imolese è un esempio di questa fioritura di rocche. Forti, mura, casseri, ogni paese ha la sua struttura difensiva, e intorno ad esso ha organizzato la propria vita sociale con eventi, incontri, musei e manifestazioni culturali. Le mura possenti di questi gioielli dell’architettura militare del passato, si stagliano fiere nei centri cittadini, e dove un tempo i soldati facevano la guardia, oggi si trovano cittadini desiderosi di godersi i giardini sorti intorno ai loro bastioni. Un patrimonio da riscoprire, magari utilizzando la bicicletta.
Le rocche della Romagna Imolese
La prima rocca si trova a Castel San Pietro, sulla sponda sinistra del Sillaro, ancora in Emilia ma a pochi metri dal confine con la Romagna. Il Cassero, posizionato all’ingresso del centro storico sulla via Emilia, è il più antico tra quelli presenti in zona, fondato già nel 1199 per iniziativa dei bolognesi. Dopo la battaglia di Legnano, infatti, Bologna sentì la necessità di costruire una serie di castelli su tutto il suo territorio, per proteggere la città da eventuali attacchi, e quella di Castel San Pietro era una delle più importanti di questo sistema difensivo. Ancora oggi una lapide antiche sulla mura del cassero ricorda questa attività di costruzione.
Seconda località è il bel paese di Dozza, noto soprattutto per i suoi murales distribuiti sui muri delle case di tutto il centro. La Rocca domina con la sua figura il centro cittadino, e oggi al suo interno ospita eventi culturali, oltre ad un museo dedicato al vino. La fondazione di questa rocca risale al XIII secolo, mentre l’aspetto attuale si deve ai lavori di adeguamento realizzati a partire dal 1480, quando Dozza fu dominato dalla Signoria di Girolamo Riario e Caterina Sforza. La Rocca fa parte delle cosiddette “Rocche di transizione”, ovvero tutte quelle fortificazione sperimentali costruite durante gli anni dell’introduzione delle armi da fuoco negli eserciti. Con l’introduzione della Fortificazione alla Moderna, ovvero quei forti con bassi bastioni dalle mura inclinate che si vedono in molte città (come a Lucca, Palmanova, Cittadella, per citare le più famose), le rocche di transizione divennero inutili ai fini difensivi.
Terza località è Imola, dove si trova la più famosa delle rocche della Romagna imolese. Costruita nella prima metà del XIV secolo, fu ampliata da Gian Galeazzo Sforza nel corso del Quattrocento, adeguandola alle arme da fuoco. Nel 1499 la fortezza fu assediata ed espugnata da Cesare Borgia nell’ambito delle Guerre d’Italia, mentre nel 1502 ricevette la visita di Leonardo da Vinci, chiamato proprio dal Borgia per progettare al sua ristrutturazione. Tra le rocche nell’imolese è sicuramente la più imponente: quattro robusti torrioni angolari dall’aspetto minacciosa e una muratura alta e spessa, impressionano qualsiasi visitatore. In ogni caso, anche la Rocca Sforzesca di Imola rientra tra le “rocche di transizione”.
La rocca è visitabile il sabato pomeriggio e la domenica, oppure su prenotazione.
Le rocche in pianura
Quarta località è Bagnara di Romagna. In questo piccolo paese al confine tra la Romagna imolese e ravennate di nemmeno 2500 abitanti, si trova una graziosa e interessante fortificazione, la Rocca di Bagnara. La sua storia è molto simile a quella di Imola: fondata nel XIV secolo, fu ampliata dai Riario-Sforza quando il paese entrò nel dominio della loro Signoria, facendola diventare una delle più belle della regione. Di forma irregolare, ha uno splendido maschio angolare, un cortile rinascimentale pressoché intatto, e una cinta muraria che abbraccia tutt’oggi l’intero centro cittadino. Al suo interno, si trova anche il museo cittadino, dedicato proprio al castello.
La rocca è visitabile il sabato pomeriggio e la domenica.
Uscendo dal paese, dopo nemmeno un chilometro, si trova Mordano, nel cui centro storico si accede attraversando due torri gemelle ottocentesche, ispirate a quelle dell’Arsenale di Venezia.
Quinta e ultima località è Castel Guelfo di Bologna. Qui la rocca non esiste più, poiché nel settecento fu trasformata nell’attuale porta cittadina, abbattendo il corpo centrale e il ponte levatoio; si sono conservate, tuttavia, le mura e le quattro possenti torrioni angolari di forma circolare. Tornando a Castel San Pietro finisce il nostro giro delle rocche della Romagna imolese.
I percorsi in bicicletta.
Ne ho studiati tre, uno facile, uno medio, uno più impegnativo. Ho scelto come partenza Castel San Pietro, perché facile da raggiungere sia in treno, sia in macchina, inoltre attorno alla stazione si trova ampio parcheggio.
Percorso 1: Castel San Pietro – Imola – Castel Guelfo di Bologna (37 km in pianura)
da Castel San Pietro passare dalle frazione di Granare e Casola Canina per evitare il traffico della via Emilia. Rientrare a Imola dalla zona dello Zolino.
Da Imola, riprendere la strada per Casola Canina e proseguire verso Castel Guelfo.
Da Castel Guelfo, prendere via Canale fino a via di Mezzo, dove inizia lo sterrato. Proseguire fino a via Pianta e poi via Medesano, costeggiare il Sillaro e da lì raggiungere via Chiusa, da fare fino a via Madonnina. Proseguire fino a Castel San Pietro.
Percorso 2: Castel San Pietro – Dozza – Imola (32 km, con un dislivello di 190 metri)
Appena usciti da Castel San Pietro, prendere via Riniera, poi via Mascarelle e via Tomba, fino a Dozza.
Tra Dozza e Imola, scendere da via Montecatone e via Roncaglie fino a ricongiungersi alla via Emilia.
Percorso 3: Castel San Pietro – Dozza – Imola – Bagnara di Romagna – Castel Guelfo di Bologna (55 km, pianeggiante, ma con un dislivello di 190 metri tra Castel San Pietro e Dozza).
Da Imola prendere via Lughese, passando poi per l’abitato di San Prospero, poi seguire le indicazioni fino a Mordano.
Da Bagnara di Romagna, tornare a Mordano e passare da via San Francesco e poi da via Nuova, fino a Castel Guelfo.
Le strade sono condivise con le macchine, pertanto si raccomanda sempre la massima prudenza.