Lungo la via Emilia romagnola, a pochi chilometri dal mare, si trova Cesena. Città tranquilla e fuori dalle rotte tradizionali del turismo, ospita però uno dei complessi più importanti per la storia della cultura italiana: la Biblioteca Malatestiana. Si tratta dell’unica biblioteca umanistica rimasta al mondo, oltre ad essere stata la prima biblioteca pubblica della storia.
Le origini della Biblioteca Malatestiana
Le sue origini si trovano agli inizi del Quattrocento, nel pieno dello sviluppo della cultura umanistica italiana. A quel tempo esisteva a Cesena un’importanza collezione di manoscritti, appartenenti ai frati francescani stanziati in città. Il loro numero era così elevato, che i frati avevano grosse difficoltà a conservarli, per questo chiesero al Signore di Cesena, Novello Malatesta, di donare un nuovo spazio per tenere i volumi. Novello accolse così la richiesta, e nel 1447 avviò i lavori per la costruzione della Biblioteca Malatestiana, proprio a ridosso del monastero dei Francescani. In aggiunta, Novello finanziò l’attività di uno scrittoio annesso alla biblioteca, a cui commissionò almeno 120 libri miniati che andarono a impreziosire la collezione libraria.
Il progetto fu affidato a Matteo Nuti, architetto originario di Fano, come si legge nell’epigrafe posta proprio accanto alla porta d’ingresso. Dopo cinque anni di lavori, la biblioteca aprì i battenti nel 1452, e Novello affidò le due chiavi d’accesso una ai frati e l’altra al comune di Cesena. In questo modo la Biblioteca Malatestiana divenne subito una struttura pubblica, e aperta a chiunque volesse studiare i suoi preziosi manoscritti.
Il contesto artistico
Gli anni in cui la Biblioteca fu costruita erano molto particolari per l’intera Romagna. La cultura rinascimentale fiorentina, infatti, aveva cominciato a diffondersi nel resto d’Italia, e le Signorie romagnole accolsero subito le novità provenienti da Firenze. Proprio in quegli anni Pandolfo Malatesta, Signore di Rimini e fratello di Novello, stava trasformando la sua città in una vera corte rinascimentale, con opere come il Tempio Malatestiano o il Castel Sismondo, ed è in questo contesto che Matteo Nuti deve aver conosciuto la recente architettura fiorentina. La biblioteca cesenate, infatti, ricorda tantissimo quella che Michelozzo costruì nel monastero di San Marco a Firenze appena qualche anno prima, nel 1444.
La Biblioteca Malatestiana
La Biblioteca Malatestiana è un gioiello architettonico. Il nucleo antico, la Sala del Nuti, è infatti uno degli edifici più belli che abbiamo in Italia. Vi si accede tramite un solenne portale in marmo, dalla forma di un tempio romano. Nel timpano c’è l’elefante, simbolo dei Malatesta, con inscritto il loro motto: “Elephas Indicus culices non timet” (l’elefante indiano non teme le zanzare). Il portale in legno scuro e già di per se un capolavoro, intagliato con perizia e abilità da tale Cristoforo da San Giovanni Persiceto nel 1454.
Appena entrati si ha subito l’impressione di trovarci all’interno di una chiesa, anziché di una biblioteca. Divisa in tre navate separati da una fitta sequela di colonne, conserva ancora tutti gli scrittoi originali del quattrocento, messi a poca distanza tra loro lungo la navate laterali. La navata centrale funge da corridoio, ed è molto più alta rispetto alle altre due, così da risultare più buia. Lo spazio interno è particolare, poiché è tutto un gioco prospettico dato dalle colonne e le molte volte e, nonostante sia molto piccola, basta un passo affinché la vista cambi immediatamente. Sugli scrittoi si trovano ancora i manoscritti antichi, legati all’arredo tramite una catena, proprio come era in antichità.
Sul finire della visita
Nonostante non si possa accedere agli scrittoi (solo gli studiosi con permesso possono farlo), il solo osservare l’architettura dalla porta d’ingresso è emozionante. Luce soffusa dalle ampie finestre laterali, alle pareti ancora gli intonaci verdi originali, la foresta di colonne davanti a sé, tutto lascia meravigliati. Subito all’esterno della Sala dei Nuti, inoltre, si trovano esposti alcuni dei manoscritti della biblioteca, così da comprendere quanto fossero preziosi questi volumi. Miniature accurate, ricche d’oro, calligrafie precise e puntuale, catturano lo sguardo e sbalordiscono, e lasciano la voglia di conoscere più a fondo l’incredibile mondo dell’arte amanuense. Nella sala accanto, risalente al Settecento e colma di librerie e libri a stampa di quel periodo, si trovano esposti alcuni grandissimi corali medievali. La visita della biblioteca dura all’incirca una trenta minuti, ma quanta bellezza si trova in così breve lasso di tempo!
Biblioteca Malatestiana di Cesena
dal 1 aprile al 31 ottobre
lunedì h. 14.00 – 19.00
dal martedì al sabato h. 9.00 – 19.00
domenica e festivi h.10.00 – 19.00
dal 1 novembre al 31 marzo
lunedì h. 14.00 – 16.00
dal martedì al sabato h. 9.00 – 16.00
domenica e festivi h.10.00 – 16.00
Solo visite guidate