Nel recente articolo sulle rocche della Romagna imolese, una delle tappe prevedeva il passaggio da Dozza, il borgo della rocca e dei murales, posto a brevissima distanza da Imola. Negli ultimi anni, Dozza ha visto crescere molto la propria fama, soprattutto tra i viaggiatori più attenti, grazie all’inserimento nel circuito dei “Borghi più belli d’Italia”. Nonostante ciò, sono ancora in molti a non conoscere questo piccolo borgo alle pendici dell’Appennino.
Arrivare a Dozza
Dozza si trova a metà strada tra Imola e Castel San Pietro, all’incirca alla stessa distanza tra i due centri. Si compone di una parte bassa, Toscanella di Dozza, nata attorno alla via Emilia, e di una alta, il centro storico vero e proprio, che si raggiunge tramite una ripida salita di circa un chilometro. Primo centro della Romagna, si trova proprio sui primi rilievi dell’Appennino, e per questo vanta uno dei paesaggi più belli di tutto il bolognese. Sinuose colline striate da infiniti filari di vigneti, puntellano i tanti saliscendi attorno al borgo, dove non è raro fermarsi per poter gustare rilassanti scorci.
La via più bella per arrivarci, infatti, è quella che da Castel San Pietro arriva fino a Monte del Re, poiché è la strada che consente di perdersi tra le prime colline romagnole, tra casolari, vigneti e campi coltivati, dove le linee dolci dei colli si interrompono bruscamente a causa di qualche calanco improvviso. Si tratta tuttavia della strada più lunga, inoltre le indicazioni non sono sempre chiare, e può capitare di finire in qualche sentiero privato (già successo). La strada più comoda e la più frequentata è sicuramente quella citata in precedenza, ovvero la salita che collega Toscanella a Dozza. Meno affascinante della precedente, questa via ha comunque due pregi: il primo è che permette di entrare a Dozza dalla principale porta d’accesso delle sue mura, la seconda è che già a Toscanella si ha un antipasto succoso del pezzo forte di questo borgo, ovvero i suoi murales.
Dozza, borgo della rocca e dei murales
Dozza è infatti famosa per le molte pitture murarie presenti, autentici quadri che caratterizzano le facciate e le vie medievali. Il rapporto del borgo coi murales iniziò nel 1965, con l’istituzione del concorso della Biennale del Muro Dipinto, seguendo la tradizione italiana con quest’arte. Ben presto, però, la biennale perse la sua natura di premio, dando così risalto solo alla figura dell’artista e alla sua creatività. Ciò quindi portò gli artisti a partecipare alla rassegna per il gusto di esserci, e per poter stare in contatto con le persone nei giorni precedenti alla manifestazione, durante i lavori di preparazione delle opere.
A Dozza si possono così vedere murales di ogni stile, alcuni dei quali ormai presenti da decenni. Le dimensione sono le più varie, alcuni ricoprono intere pareti di edifici, altri invece hanno la forma di un quadretto incastonato tra due finestre. Arrivando in paese, ci si rende conto di essere subito della sua natura medievale. Strade strette, piccoli ponti tra le abitazioni, archi improvvisi, e ampi spiazzi nei luoghi chiave della vita cittadina: la chiesa, il municipio, la rocca. Il tutto, comunque, sempre ricoperti di murales.
Dozza, quindi, è il borgo dei murales, oltre che della rocca. Come ogni borgo medievale che si rispetti, anche Dozza si fa orgogliosa del proprio castello. Iniziato nel Trecento, fu ricostruito in forme più moderne nel Quattrocento, con la signoria imolese dei Riario-Sforza; nonostante gli sforzi, in caso di battaglia sarebbe stata poco utile in quanto non adatta alle armi da fuoco. Oggi la rocca dozzese è il principale punto di ritrovo del borgo: proprio davanti ai suoi possenti torrioni circolari si svolgono infatti le manifestazioni più importanti. Elegante e imponente, così simile nelle forme alle altre rocche di Romagna, oggi ospita la Fondazione Dozza, oltre all’enoteca regionale dell’Emilia-Romagna.