La Cesena dei Pio è un percorso ideato da noi, che vuole raccontare il singolare primato della tranquilla Cesena: quello di aver dato i natali a ben due papi. Ciò avvenne durante il Settecento, quando nacquero prima Giovanni Angelo Braschi, futuro Pio VI, e poi Barnaba Chiaramonti, futuro Pio VII. In realtà i cesenati si vantano di aver avuto tre papi, ma il terzo, Benedetto XIII, era in realtà nato in Puglia e fu solo vescovo della città, pertanto tre papi è un po’ improprio. Andiamo quindi a scoprire la Cesena dei Pio.
I due papi
I due papi cesenati salirono al soglio pontificio in un periodo molto difficile per la Chiesa, e più in generale per l’Europa. Essi, infatti, si trovarono ad affrontare prima la Rivoluzione Francese, ed infine Napoleone, finendo entrambi per essere arrestati dal generale corso. Andiamo, però, con ordine. Pio VI nacque nel 1717 e divenne papa nel 1775. Gli storici hanno dato di lui un giudizio abbastanza negativo. Di visioni tradizionaliste, di carattere intransigente e amante del lusso, stremò le casse dello stato pontificio, entrò in violento contrasto con tutte le potenze europee, fu incapace di reagire alla Rivoluzione francese, e infine finì arrestato da Napoleone nel 1797, e morì prigioniero a Valence due anni dopo.
Diverso fu invece Barnaba Chiaramonti, ovvero Pio VII. Di carattere mite, studioso e conciliante, ebbe un ruolo importantissimo durante i convulsi anni di Napoleone. Nato nel 1742, dimostrò spesso interesse per i temi illuministi, al punto di possedere l’Enciclopedia di d’Alembert. Nel 1796, come vescovo di Imola fece una famosa omelia in cui dichiarò che la democrazia francese era compatibile col Vangelo. Diventato papa nel 1800, mostrò subito talento diplomatico, riuscendo ad allacciare ottimi rapporti con Napoleone. Addirittura, nel 1804, celebrò l’auto-incoronazione a imperatore di Napoleone, a Notre Dame. La situazione, però, peggiorò rapida, soprattutto per la politica molto aggressiva della Francia sulle nomini vescovili. Nel 1809 i francesi arrestarono quindi il papa, e lo portarono a Savona, dove rimase prigioniero per cinque anni. Liberato nel 1814, morì nel 1825. Pio VII, inoltre, riformò lo Stato della Chiesa e fece le prime leggi sulla tutela del patrimonio artistico.
La Cesena dei Pio
Entrambi i papi mantennero un rapporto costante con Cesena, nonostante non riuscirono quasi mai a stare in città. Sono quindi molte le tracce che raccontano questo rapporto tra la città romagnola e i suoi illustri cittadini. A cominciare dalle case natali di entrambi i papi, ben segnalate da lapidi commemorative. Il simbolo di Pio VI più importante, è sicuramente la sua grande statua sulla facciata del Palazzo del Ridotto. Essa è la versione bronzea di una statua in gesso che i nobili cittadini eressero nella stessa posizione, per celebrare il breve soggiorno di Pio VI nel maggio 1782 (qui per un ottimo approfondimento). Girovagando per Cesena, si trovano inoltre le insegne di Pio VI sulla facciata di Palazzo Ghini. Infine, la corona che si vede sulla Madonna del Popolo in Cattedrale, fu messo proprio dal pontefice, mentre nella Biblioteca Malatestiana si conserva una mazza da parata appartenuta a Pio VI.
Pio VII prese i suoi voti presso l’abbazia di Santa Maria al Monte, nel 1758. Niente testimonia il passaggio del futuro papa lì, ma la chiesa è bella e merita comunque una visita. Tornando in città, all’interno della Malatestiana si trova la Biblioteca Piana, ovvero la raccolta personale del papa. Pio VII era un bibliofilo e amante dell’archeologia, e raccolse un vasta collezione libraria. Alla sua morte donò tutto ai monaci di Santa Maria al Monte, e, dopo varie peripezie, la collezione passò alla Malatestiana. Si tratta di oltre 5500 volumi antichi, codici miniati e manoscritti. A poca distanza si trova Palazzo Chiaramonti, acquistato da Pio VII nel 1807. Fu qui che il papa soggiornò dopo la sua liberazione, avvenuta nel 1814. Davanti al palazzo si trova la Chiesa di Santa Cristina, voluta proprio da Pio VII come ringraziamento per la propria libertà.