Talvolta capita di visitare un luogo che pare rimasto in un passato lontano. Spesso sono borghi sospesi in un eterno medioevo, coi loro ciottoli, le mura, le rocche, i vicoli stretti. Tanti dettagli che provocano subito stupore, e che hanno reso l’Italia la nazione dei borghi antichi. Esiste però l’eccezione di Tresigallo, piccolo paese disperso nella vasta campagna ferrarese. Anche qui il tempo si è fermato, ma al 1940. Tresigallo, infatti, dopo un periodo di grande rinnovamento edilizio, interruppe il suo sviluppo proprio allo scoppiare della Guerra, e lì si è fermata. La storia di questo paese è affascinante, poiché si tratta di un caso unico in Italia. Si distacca, infatti, da quella delle città di fondazione, nate durante gli anni del Fascismo a seguito delle grandi bonifiche. Tresigallo si può definire, invece, la grande utopia di un solo uomo, l’allora ministro dell’agricoltura Edmondo Rossoni.
La nascita di Tresigallo
Al contrario delle altre città sorte negli anni ‘30, come Latina o Aprilia, Tresigallo già esisteva. Si tratta, infatti, di uno dei centri più antichi del ferrarese, dato che la sua fondazione risale all’incirca al IX secolo. Tresigallo, dunque, fu ricostruita, inglobando parte delle costruzioni precedenti, creando così un insieme molto particolare e unico nel suo genere. Come accennato, fu l’allora ministro Edmondo Rossoni la mente dietro alla rinascita del paese. Nativo proprio di Tresigallo, volle rendere la sua città il centro principale di quel vasto territorio agricolo appena strappato alle acque. Il progetto era tutta una sua idea, e infatti, cosa unica per l’epoca, non ci fu un piano regolatore e neanche un concorso nazionale. Ogni edificio era affidato ad un diverso architetto, col proprio stile e pensiero, e fu la costante regia di Rossoni a far sì che tutto fosse armonizzato.
Il risultato è quello di una città senza uno stile definito. Talvolta razionalista, talvolta tronfia e monumentale, quasi fosse una lotta tra le due principali correnti architettoniche del fascismo. Eppure le differenze non si avvertono, esse anzi si fondono tra loro, dando vita ad una città armonica nel suo insieme. Questo avviene nonostante gli edifici siano in realtà modesti, senza particolari slanci e di dubbia bellezza. Merito proprio di Rossoni, il quale seguì in tutto e per tutto la realizzazione della città, arrivando anche a far ricostruire gli edifici nel caso essi non fossero armonizzati al contesto, come nel caso dell’Asilo. Così il municipio razionalista convive con la tronfia chiesa coi suoi marmi eccessivi e l’asilo dalle forme piatte e monumentale, risultando tuttavia molto naturale. I lavori durano per un decennio, fin al 1940, anno di inaugurazione dell’ospedale. Da quel momento, Tresigallo non è più cresciuta.
Un paese sospeso nel tempo
Da qui nasce il fascino particolare di questo paese. Camminando tra le sue vie, capita di sentirsi come sospesi in una diversa dimensione in cui il tempo è assente, dove passato e presente sono fusi in eterno istante che non vuol mai trascorrere. Non è un caso, che sia definita la città metafisica, in quanto, in alcune parti, pare essere intrisa di quell’immobilità perpetua dei primi dipinti di De Chirico. Una sensazione rafforzata dalle poche persone presenti, e che talvolta fanno sembrare il luogo deserto. Neanche la presenza di automobili scalfisce la sensazione perché Tresigallo, al contrario di tanti piccoli borghi italiani, fu pensata per la modernità. Viali ampi, industrie, officine e i benzinai, bar, sale da ballo, alberghi, scuole, lo stadio… ogni edificio che fa parte del nostro vivere quotidiano a Tresigallo è presente, quasi fosse il set di un film.
Il contesto è la parte più importante, sebbene ci siano alcuni edifici che catturano l’attenzione, come la Sala Sogni o il Palazzo della Cultura. Tresigallo si sviluppa come una città romana, attorno ad un cardo e un decumano. Sul decumano, un grande viale pensato per le auto, si affaccia la Casa del Fascio, e ai suoi opposti si trovano i centri del potere: la Casa della Cultura (ex-casa del GIL), e al vertice opposto il municipio e la chiesa. Sul cardo, invece, si trovano la piazza porticata a forma di D, e al suo opposto il cimitero, la vita e la morte. A ovest è la zona industriale, mentre a est quella sociale. Qui si trova uno dei punti più suggestivi, con le facciate curve della scuola, la sala da ballo e lo stadio, a creare un effetto scenico degno del barocco romano.
Tresigallo
Stiamo parlando comunque di modesta architettura fascista, con tutti i suoi limiti. Chiunque voglia visitare Tresigallo deve avere la consapevolezza che questo paese non è uno dei molti borghi da copertina disseminati sulla Penisola. È un paese moderno, di recente costruzione, non molto diverso da molte periferie di grandi città. Nonostante ciò, Tresigallo è un paese che merita, proprio per la sua particolarità e la sua unicità in Italia. Per riscoprire un periodo controverso della nostra storia, lontano però dai monoliti retorici di regime, in una dimensione quindi più piccola e umana. Per vedere coi propri occhi fin dove può arrivare l’utopia ideale di un solo uomo. E infine, per vivere quella sensazione disorientante di straniamento e sospensione “metafisica”, che solo Tresigallo riesce a trasmettere.