Modena è una città dall’impronta fortemente barocca, nonostante abbia una storia più che bimillenaria. Questo perché, nel XVII secolo, la città divenne all’improvviso la capitale del ducato estense di Modena e Reggio. La storia è complicata: per circa 3 secoli gli Este ebbero in concessione le città di Modena e Reggio Emilia, come feudo imperiale, e di Ferrara, come feudo papale. Nel 1598, dopo che l’ultimo duca di Ferrara, Alfonso II, morì senza figli, il papa Clemente VIII non riconobbe l’autorità di Cesare d’Este, erede designato, poiché figlio illegittimo di Alfonso I e l’amante Laura Dianti. Ferrara tornò quindi al papa, e agli Este non rimase altro che ritirarsi a Modena. In breve, però, la città si rivelò inadeguata per quella che era una delle corti più ricche e raffinate al mondo, pertanto fu necessario rinnovarla.
Gli anni di Francesco I
Promotore fu soprattutto il duca Francesco I (1610-1658), l’ultimo grande mecenate estense, il quale riuscì a coinvolgere i più grandi artisti della sua epoca, come il Bernini o Velasquez. A lui si deve soprattutto la creazione della dimora estense, il grandioso Palazzo Ducale. Iniziato nel 1634, sostituì l’antico castello del 1293, fatto costruire da Obizzo II d’Este, dove si rifugiò la famiglia estense dopo la perdita di Ferrara. Per la sua edificazione Francesco I non badò a spese: al progetto lavorò l’architetto di corte Bartolomeo Avanzini, ma collaborarono anche Bernini (suo lo scalone monumentale), Pietro da Cortona e il Borromini in qualità di consulente. Il risultato fu una reggia ricchissima, al pari delle grandi corte europee, dove il lusso era la norma. Oggi ospita l’Accademia Militare, ma si può visitare in giorni programmati.
A testimonianza della lussuosa vita nella corte estense, vi è il vicino Giardino Estense, oggi parco pubblico. Col trasferimento della corte in città, il duca Cesare d’Este fece subito recintare con una siepe un terreno incolto della città, per trasformarlo in luogo di svago a modo delle famose delizie nel ferrarese. Fu Francesco I, però, che costruì l’elegante Palazzina Vigarani, che col suo trionfo di statue si staglia al centro del parco. Grande uomo di stato, Francesco I era però una persona molto religiosa, con una particolare devozione alla Madonna della Ghiara. La proclamazione come miracolosa dell’immagine reggiana era un fatto molto recente, così come la costruzione della sua basilica. Durante la peste che colpì Modena nel 1630, Francesco I si affidò proprio alla Madonna della Ghiara. Passata l’epidemia, fece così costruire la Chiesa del Voto, in posizione scenografica tra la via Emilia e corso Duomo.
Tra Sei e Settecento
Nel 1658 Francesco I morì. Per il suo funerale fu allestito un grande apparato effimero all’interno della Chiesa di Sant’Agostino, che ebbe un grandissimo successo. Alla morte del suo successore Alfonso IV nel 1662, la moglie Laura Martinozzi trasformò la chiesa rendendola il Pantheon degli Estensi. Per due secoli ospitò le tombe della famiglia estense, protetti da un bello ed elaborato ciclo di stucchi, volti a celebrare la gloria degli Este. Nel frattempo, i lavori a Palazzo ducale terminarono, ad eccezione della facciata conclusa solo nell’Ottocento. Nel 1708, si avviarono i lavori per trasformare la vicina Chiesa di San Domenico in una degna di ospitare i duchi e tutti la corte estense. Questa piccola chiesa, dunque, fu elevata al grado di cappella palatina, in cui la famiglia ducale veniva a prendere la messa. Dalla disposizione delle sedute a quelle degli altari, tutto doveva rispettare il cerimoniale di corte.
Nel 1737 divenne duca Francesco III. Il suo lungo regno, ben 47 anni, fu molto controverso. Costretto ad affrontare una grave crisi economica, cedette, nel 1748, ben cento dei più bei dipinti della collezione estense. Questi quadri sono tutti visibili presso la Gemäldegalerie di Dresda. Francesco III, tuttavia, una volta risistemate le finanze, si dimostrò un sovrano illuminato, capace di grandi investimenti per la città. A lui si deve la costruzione del Vecchio ospedale, dove oggi si trova la Fondazione Ago, e anche l’Albergo dei poveri. Proprio in questa ultima costruzione fu spostata, nel 1894, ciò che rimaneva della ricchissima collezione d’arte degli Este, creando così la Galleria Estense. A Francesco III si deve la riorganizzazione dell’Università di Modena, dando particolare attenzione alla medicina, come si può vedere dalle collezioni dei Musei universitari.
Gli ultimi anni della Modena estense
Con Francesco III, tuttavia, si concluse la grande stagione della Modena estense. Suo figlio Ercole III, infatti, non solo non ebbe eredi, ma fu anche deposto dai francesi durante l’occupazione napoleonica. Con la caduta di Napoleone, salì al ducato un membro della famiglia Asburgo, che mantenne il nome Este solo a titolo onorifico: Francesco IV d’Asburgo-Este. È a lui che si deve l’ultimo grande opera effettuata nel ducato a gloria della famiglia. Nel 1836 fece costruire una cappella ottagonale nella Chiesa di San Vincenzo, destinata a diventare il nuovo Pantheon estense. Oggi, infatti, molti membri della famiglia Este riposano qui, e non più in Sant’Agostino, tra cui i duchi Francesco I, Francesco II e lo stesso Francesco IV. A lui, inoltre, si deve la costruzione del grande Foro Boario, che col suo bucranio osserva placido il Novi park alle porte della città.
Si conclude così il viaggio alla scoperta della Modena estense, ovvero di ciò che gli Este costruirono nella loro capitale minore, quella meno ricordata dai libri di storia, ma che ebbe una grande rilevanza per questa importante famiglia italiana.