La Reggia di Rivalta era una delle ville più lussuose d’Europa. Tra i suoi giardini alla francese, impreziositi da decine di fontane e giochi d’acqua, vi si svolgevano alcune delle feste più ricche mai svolte in Italia. D’altronde, qui, si voleva emulare in tutto e per tutto l’opulente vita della corte francese di Versailles. La reggia di Rivalta, infatti, era un dono per l’uggiosa Carlotta d’Orleans, figlia del reggente di Francia e moglie del futuro duca Francesco III d’Este. Cresciuta proprio tra i fasti della corte francese, la Duchessa sentiva il Ducato di Modena come un luogo provinciale e noioso, da cui fuggire. Per placare i suoi costanti tentativi di tornare in Francia, ecco la realizzazione della reggia dopo la nascita del primo figlio. Per la sua costruzione fu deviato il Crostolo, scavati innumerevoli canali sotterranei e chiamato i più grandi decoratori dell’epoca. Il lusso permeava ogni parte.
La Reggia di Rivalta oggi
Guardando oggi la reggia di Rivalta rimane difficile credere a questo passato di estrema ricchezza. L’edificio, infatti, appare abbandonato e cadente, poco più di una casa colonica in rovina. Questo per colpa dell’esercito di Napoleone: giunto nel Ducato, cacciò gli Este e lasciò che i reggiani distruggessero questo simbolo del potere dispotico. Solo da qualche anno si sta tentando un difficile recupero della Reggia. Sicuramente intorno ad essa si è sviluppato uno splendido parco fluviale. Vi si arriva facilmente coi mezzi pubblici: dalla stazione prendere l’autobus numero 5, fermata Rivalta Locanda. La Reggia si spalanca dopo pochi passi. È rimasto in piedi solo l’aula sud, in facciata tracce dell’antica ricca decorazione, appena percettibile tra i mattoni a vista. Attorno, un prato immenso si stende a perdita d’occhio, solcato da un solo viale di ghiaia bianca e adombrato da sparuti salici da vimini.
Degli arbusti e delle fontane e degli ornamenti non rimane altro che questo immenso prato. Alcune delle statue si sono salvate, quella del Crostolo campeggia in Piazza Prampolini, nel cuore di Reggio Emilia; le altre sostano sulle spallette del ponte di San Pellegrino. Percorrendo il viale si arriva ai bastioni che una volta separava la dimora estense dal resto del mondo, rimasti, in parte, quelli originari. Questo è il punto di partenza per scoprire gli altri ambienti della Reggia di Rivalta, necessari al funzionamento della corte: la villa di Rivaltella (oggi sede della Ferrarini) e soprattutto la Vasca di Corbelli e la Villa d’Este. Ci sono oltre due chilometri di strada sterrata per raggiungere gli edifici, una camminata che aiuta a rendersi conto della vastità della reggia estense. Al fianco della strada incede il torrente Crostolo, compagno costante in questa lunga passeggiata.
Passeggiare nella campagna
Ci si mette in cammino, in un’atmosfera rilassante. Gli ostacoli sono quasi nulli nel percorso, un attraversamento pedonale dopo pochi metri, poi nient’altro. Attorno si stende la piatta campagna reggiana, appena qualche caseggiato isolato puntella il panorama. Talvolta, incrociando un runner o un amante dei cani, scappa un cortese saluto. Dopo mezzo chilometro, la strada si allarga, e una solida spalletta guarda verso il Crostolo. Qui, infatti, si trovava un antico ponte in ghisa del 1847, per decenni l’unico punto per attraversare il fiume tra l’abitato di Rivalta e quello di Canali. Le piene del fiume lo distrussero, ma ancora oggi si possono vedere i potenti stalli su cui esso poggiava. Dopo la sosta riparte il cammino. La strada si dirama in altre strette sterrate, percorsi pedonali che s’addentrano ancora di più nella campagna reggiana.
La nostra meta, tuttavia, non prevede di uscire dalla strada maestra; questa, infatti, porta dritto a Villa d’Este. Il cammino continua lento e tranquillo, di tanto in tanto lo sguardo cade sul fiume, dove una serie di sbarramenti ne smorzano la forza. Dopo un paio di chilometri un cartello segnala l’arrivo. Una piccola salita di pochi passi e, finalmente, la meta si mostra in tutta la sua bellezza. La Vasca di Corbelli è un ambiente particolare, unico nel suo genere. Si tratta di un lago ovale, creato deviando il Crostolo, e serviva ad alimentare le fontane della Reggia di Rivalta. Sull’acqua si specchia Villa d’Este, la quale sorge centro del laghetto. Ai tempi ducali si trovava su un’isola raggiungibile solo da speciali zattere; oggi, invece, è collegata al mondo da uno stretto lembo di terra.
La Vasca Corbelli
La sensazione è quella di trovarsi in un lago del Nord, di quelli narrati nelle fiabe. I pioppi sulle rive raddoppiano sull’acqua, appena smossa dalla brezza. La villa e la sua florida vegetazione, emergono dal lago con naturalezza, coi pavoni che vivono tranquilli nel suo piccolo pezzo di terra. Camminando sulle sponde, cigni e papere ti osservano con calma. Quando il lago non è frequentato dai pescatori, sembra di essere in un altro mondo, non nel cuore della Pianura Padana. Dopo un lungo periodo di sosta e rilassante riflessione, è il momento di tornare alla Reggia di Rivalta. Solo da qui, infatti, si può riprendere l’autobus per tornare in centro. Ancora una volta il Crostolo, ancora una volta lo sterrato, ma con quanta pace si percorre la strada del ritorno.