Alcuni luoghi li scopri nelle maniere più imprevedibili. Come mi accadde con Scipione di Salsomaggiore. Dopo una mattina di lavoro trascorsa al museo del parco dello Stirone, andai a pranzo col direttore e una sua collega. Davanti una pizza parlammo a lungo di musica, in particolare di progressive rock. Lei era una grande fan degli Aria. “Sai che qui vicino, a Scipione, vi è la tomba di Demetrio Stratos?”. Mi disse, consigliandomi di fare visita al cantante e al piccolo paese. Nel pomeriggio, dopo il lavoro, seguii il suo consiglio, ed andai in questa frazione a poca distanza dal centro di Salsomaggiore. Nel piccolo cimitero omaggiai il grande Stratos, rimanendo qualche minuto in riflessione dinanzi alla sua lapida decorata di mosaici. Poi decisi di concedermi una passeggiata per Scipione, le cui case sovrastavano il camposanto. E scoprii così un luogo meraviglioso.
Scipione di Salsomaggiore
Scipione di Salsomaggiore è una piccola frazione medievale di poche decine d’abitanti. Un paese più simile ad un antico castellare, poche vie a spirali che ruotano attorno ai due assi del borgo, ovvero la chiesa ed il castello. La sua storia si intreccia con quella molto particolare del parmense. Scipione faceva infatti parti di quel complesso sistemi di feudi noto come Stato Pallavicino, a cui faceva capo l’omonima e ancora esistente famiglia. Uno stato molto esteso, con possedimenti che andavano dalle valli attorno al Po fino agli Appennini, e che durò per quasi 300 anni, finché i Farnesi lo assorbirono nel Ducato di Parma e Piacenza. Uno stato con legami molto profondi col Sacro Romano Impero, al punto che lo stemma Pallavicino mostra l’aquila bifronte imperiale. Ed è stata la stessa aquila imperiale ad accogliere i visitatori del castello Pallavicino di Scipione.
Proprio il castello è il centro focale dell’intero borgo di Scipione di Salsomaggiore. Eppure è difficile rendersi conto della sua esistenza, passeggiando tra le viuzze ritorte del paese. Esso appare improvviso al culmine del borgo, svoltando all’ultima curva. La facciata severa, smorzata dalla presenza di numerose finestre di foggia diversa è nascosta alla vista dalle poche case di Scipione. Al centro, sopra l’arco d’accesso, l’aquila imperiale sorveglia e protegge il complesso. Sulla destra, un cancello separa il parco del castello dal resto del borgo. La sua fondazione è antica, i primi documenti la nominano nel 1025. La sua funzione era quella di proteggere le saline di Salsomaggiore, vera fonte di ricchezza dello Stato Pallvicino, in un’epoca in cui il sale era considerato un bene primario di fondamentale importanza. Un bene così prezioso che furono molte le guerre combattute nella regione, per il suo controllo.
Il castello di Scipione
Già visitando la sua corte si rimane impressionati dalla possenza del maniero. Oltre l’aquila imperiale, un doppio passaggio con archi permette l’accesso alle zone più interne. Qui la torre più antica, a base quadrata, domina la vista, e un altro passaggio voltato conduce verso un’altra uscita dal castello. Passeggiando tra la boscaglia cresciuta attorno ad esso, nel lato che da sul dirupo, si possono ammirare la severità e la robustezza dei suoi setti murari. Il castello, tuttavia, come per tantissimi edifici medievali, fu ingentilito nel corso degli anni. Nel corso dei secoli, stabilizzandosi la situazione politica e venendo meno le necessità militare, il maniera assunse sempre più i caratteri della residenza signorile. Il Rinascimento, e il nuovo status che ogni principe della penisola voleva avere di regnante dotto e acculturato, cambiarono le sorti anche del castello di Scipione di Salsomaggiore.
Il bel torrione circolare che chiude il giardino segreto ne è infatti una bella testimonianza. Una torre che racconta i nuovi principi della difesa rinascimentale, elegante ma al contempo utile a difendersi dalle nuove armi da fuoco. È il cortile interno, tuttavia, che più di tutti racconta la trasformazione dettata dal Rinascimento. Un’ampio spazio aperto racchiusa da un elegante loggiato, luogo di incontro, di svago e piacevolezze all’interno del castello ormai divenuto villa. Visitando le stanze interne, nel corso di visite guidate autorizzate dagli stessi marchesi Pallavicino che vi abitano ancora, si può esplorare questo nuova realtà signorile. Pareti affrescati, soffitti a cassettoni, mobilio ricco e decorato, raccontano più di tutti la vita quotidiana dei Signori raffinati che qui vissero e governarono per molti secoli. Anche dopo la revoca dei feudi pallavicini e la nascita del Ducato di Parma e Piacenza, nel 1542.
Il borgo di Scipione
Oltre il castello vi è anche il borgo di Scipione di Salsomaggiore. Un paese piccolo, i cui pochi abitanti lo conservano con cura e amore del dettaglio. Un borgo dove intagli artistici decorano le porte delle case, della chiesa, delle botteghe. Un borgo dove filari di glicini incorniciano panchine per sedute romantiche e di grande fascino in qualsiasi stagione dell’anno. Un borgo dove, al posto dei lampioni, sono evocatrici lanterne ad illuminare le passeggiate notturne. Un borgo dominato dal selciato, dove ogni casa mantiene vasi di splendide piante che danno colore all’intero paese. Un borgo dove si respira quella vita placida e lieta, che tanto piace nella nostra Italia dei piccoli paesi.
Essendo un luogo ancora oggi abitato, le visite al castello non sono sempre disponibili. Troverete ogni informazione sul sito ufficiale del Castello di Scipione.