Le chiese millenarie di Casola Valsenio si trovano su tutto il territorio comunale. Il percorso si snoda per 11 chilometri, su strada provinciale, pertanto è consigliato l’uso della macchina per gli spostamenti, o al massimo la bicicletta se si è utenti esperti e con prudenza (non vi è molto traffico, ma le auto spesso corrono molto veloci).
La partenza
Partiamo dalla frazione Sant’Apollinare, a pochi passi dal confine con la Toscana. In questa piccola frazione, si trova la pieve di Sant’Apollinare, forse fondata attorno all’anno Mille. Circondata dai campi coltivati e dai boschi dell’Appennino, la chiesa fu restaurata ad inizio Novecento, motivo del suo aspetto un po’ tozzo e massiccio; tuttavia il portico d’ingresso è elegante, mentre sono affascinanti le lapidi addossate al muro. L’atmosfera intima e silenziosa, disturbata solo da qualche vago sentore di suoni del bosco o dai lavori di campagna, è l’elemento di maggior fascino del luogo, capace donare una sensazione di profonda rilassatezza.
Una deviazione: la Pieve di Misileo
Facendo una breve deviazione a piedi, si raggiunge l’abitato di Misileo, in Toscana. Tra le due località non vi è distinzione, e solo il cartello segna il confine: in antichità, invece, esso doveva essere molto più netto, in quanto Misileo doveva essere un avamposto tra il mondo bizantino (legato a Ravenna) e quello longobardo.
Qui ci si può rilassare sulle spaziose sponde sassose del Senio. Il sentiero più comodo per raggiungerle attraversa il castellare del paese, l’alto e severo edificio oltre la chiesa; proprio la chiesa, però, è il motivo di maggior interesse della frazione. La pieve di Misileo si riconosce solo dalla presenza del campanile, perché una lunga serie di lavori avviati nel Settecento l’hanno resa più simile ad una casa signorile di campagna. La sua origine è medievale, e ospita un dipinto del XVI secolo di ambito fiorentino. Nel 1947, durante i lavori di costruzioni della sagrestia, fu scoperto un nuovo ambiente sotterraneo, al tempo creduto la cripta della chiesa originaria. L’ambiente, visibile attraverso una cancellata, è costituito da cinque colonne asimmetriche, con capitelli decorati in modo semplice. Con ogni probabilità, questo ambiente non è la cripta della chiesa attuale, ma i resti di un edificio ancora più antico, di epoca romana.
Le chiese di Casola
Tornando al percorso, si scende verso il centro del paese, attraversando il ponte sul Senio e la frazione di Baffadi (chiesa ricostruita subito dopo la guerra). Le chiese del centro sono molto semplici, anche se piacevoli. La più interessante è la chiesa dell’Assunta, affacciata sul Senio, il cui interno barocco è molto delicato, con begli stucchi e alcuni dipinti interessanti.
Sul colle che domina il centro si trova l’imperdibile Chiesa di Sopra. Salendo a piedi da via Cenni, si raggiunge quel che rimane della chiesa, ovvero parte delle mura e il campanile a vela. Ancora oggi la sua campana suona ad ogni nascita di un nuovo bambino nel paese. Da questa bella posizione si gode una bella vista di Casola, dell’Appennino romagnolo, oltre che dei tanti gessi che circondano il paese.
Facendo un’altra deviazione, si arriva a Prugno, dove si trova la chiesa medievale di Santa Margherita Vergine e Martire. Anche qui, come a Sant’Apollinare, l’aspetto attuale è dovuto ai restauri di fine Ottocento, tuttavia il campanile conserva ancora le antiche campane, tra cui una del 1452. Da qui si prende la via della Lavanda e si raggiunge l’ultima nostra tappa: la frazione di Valsenio e la sua millenaria Abbazia.
Fondata attorno al Mille, è la più importante tra le chiese di Casola. Molto rimaneggiata, conserva alcuni ambienti originali, come la cappella invernale (dove si trovava la vecchia sagrestia), oltre al chiostro centrale e al pozzo del XVI secolo. A 600 metri si trova l’antica foresteria, nota come villa Il Cardello, dove visse e morì Alfredo Oriani, oggi casa-museo dello scrittore.
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Bellissimo itinerario, di luoghi che amo e che con questa presentazione ho potuto apprezzare ulteriormente. Ben fatto!