Il borgo alto di Brisighella è un concentrato di strade e scorci, e sarà impossibile non fotografarli tutti.
Brisighella è uno di quei luoghi dove forte è il rischio di innamorarsi. Paese piccolo, con poche vie e tanta campagna, si trova a pochi chilometri da Faenza, sulla via che conduce ripida verso le vette dell’Appennino Romagnolo. Un paese particolare, immerso in un contesto di vigneti e rocce di gesso, con tre alti pinnacoli a fare da corona al suo centro storico. Un paese che fa dello scorcio il suo tratto distintivo, che vive del contrasto tra le torri delle vette e le case del centro. Un posto dove la solita strada e la solita vista destano sempre nuova meraviglia.
Provenendo da Faenza si fatica a riconoscere il paese, il paesaggio muta piano, perde il suo tratto urbano, e si fa d’improvviso vigneto. Salendo dal Mugello, invece, si spalancano, come in cartolina, le tre vette che incoronano il centro del paese. Brisighella si inizia a visitare dalla parte bassa, quella moderna, costruita vicina ai binari della ferrovia. Qui si trova la Chiesa di Santa Maria degli Angeli, costruita tra il Cinque e il Seicento. Tra gli stucchi barocchi dell’interno, si può vedere la Madonna in Trono di Marco Palmezzano, uno dei più importanti pittori rinascimentali di Romagna. Salendo verso il centro, ecco invece la Collegiata di San Michele Arcangelo, la principale della città. Rifatta dopo il terremoto del 1781, ospita due dipinti di gran prestigio: l’Adorazione dei Magi sempre del Palmezzano, e il San Francesco in adorazione del Guercino.
Il borgo alto di Brisighella è un concentrato di strade e scorci, e sarà impossibile non fotografarli tutti. Salendo da Porta Fiorentina, le case paiono ammucchiarsi come fosse un dipinto cubista. Sopra di esse si estendono pareti rocciose sulle cui cime dominano torri e rocche. Salendo, si incontra la Fontana Vecchia, datata 1492, per secoli l’unico mezzo per rifornirsi d’acqua nel centro paese. Davanti ad essa corre Via delle Volte, con i suoi archi di pietra e la travi di legno scuro. Ecco, poi, la facciata severa di Palazzo Maghinardo, sede del Municipio cittadino, e porta d’accesso alla via più bella del paese: la Via degli Asini. Nascosta e misteriosa, è una via coperta che scorre all’interno di edifici multicolori, piena di gobbe e di travi di legno. All’esterno, si riconosce solo dalle molte finestre a mezzaluna che, come tanti sorrisi, accompagnano la via sopra le case delle persone.
Da qui, una serie di scalini portano fino alla cima dei pinnacoli di Brisighella. Con pazienza e sudore, si arriva fino alla Torre dell’Orologio, la cui forma inconfondibile si staglia solitaria sulla vetta. Da lì, Brisighella sembra un oceano di tegole grigie e mattoni rossi, così luccicanti da ricordare le onde marine in un giorno d’estate. Di fronte, ecco l’altro colle con la sua Rocca Manfrediana, il cui alto maschio è l’emblema del piccolo borgo. Tra essi, filari di vigneti si adattano al terreno scosceso, come a formare delle M di uva e viti. Girando attorno ad essi, si raggiunge così la rocca, anch’essa a strapiombo sul paese sottostante. Infine, con un ultimo sforzo si arriva sulla cima del terzo colle, il più nascosto e lontano di tutti, dove sorge, circondato da pini, il barocco Santuario del Monticino.
Il borgo si conclude qui, tanta bellezza racchiusa in così poche strade. Proprio dal Santuario, però, si accede al Museo Geologico del Monticino, un museo aperto, letteralmente scavato nel gesso che abbonda fuori da Brisighella. Una passeggiata corta in mezzo a ginestre ed altre pareti di gesso, di grotte minuscole e improvvise doline, per quello che è il più grande sistema carsico gessoso d’Europa. Proprio grotte, abissi e doline sono i protagonisti del Parco Naturale del Carnè, nella frazione Rontana, uno spettacolare sistema carsico a tre chilometri dal centro di Brisighella. Tornando in pianura, ecco la Pieve del Tho, posta sulle campagne verso la Toscana, la più antica chiesa del territorio, risalente addirittura ai romani. Proseguendo fino a Fognano, si può imboccare la Via della Lavanda, strada caratterizzata da uno splendido paesaggio oltre che dalla presenza della pianta officinale.
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