Su uno dei suoi famosi colli, alle spalle del Santuario del Monticino, si trova il museo all’aperto dei Gessi di Brisighella. Si tratta di un percorso a piedi tra le grandi pareti gessose di queste colline, circondati da ginestre e arbusti, e sullo sfondo le torri di Brisighella. Un percorso facile alla scoperta del gesso, ben illustrato da diciannove pannelli, e con un’attenzione particolare alla preistoria.
I gessi di Brisighella
Brisighella ebbe sempre un rapporto particolare col gesso. Non sempre nel corso della storia le miniere furono sfruttate, anzi, ci furono lunghi periodi di abbandono, come in epoca romana. Solo a metà dell’Ottocento si ebbe il loro primo, vero, sfruttamento, grazie all’attività della famiglia Malpezzi. Costruirono una prima fornace proprio sotto la Rocca, cominciando a estrarre gesso da sotto i colli di Brisighella. Questi scavi, però, comportarono problemi alla stabilità della Rocca e della Torre dell’Orologio, al punto che l’attività fu spostata fuori città agli inizi del Novecento. Negli anni ‘80, infine, l’estrazione cessò definitivamente. Di questa lunga attività rimane la prima fornace, ancora con le strumentazioni originali, e restaurata nel 2011. Visitabile, la Fornace Malpezzi è la prima tappa per scoprire i gessi di Brisighella, e il rapporto della città col minerale.
Il museo geologico del Monticino
Lasciando la Rocca e arrivando al Santuario del Monticino, si inizia il percorso vero e proprio. Esso si snoda attraverso un paesaggio aspro, tappezzato di ginestre, con grandi e minacciose pareti di roccia gessosa. L’intero complesso è uno dei più grandi sistemi carsici d’Europa, con inghiottitoi, doline, e un insieme di grotte lungo almeno 40 km. Questo perché il gesso, minerale molto fragile, viene scavato con facilità dalle piogge, creando quindi queste buche improvvise legate a lunghi cunicoli. Tornando al percorso, invece, esso si svolge tutto in pianura, eccetto qualche piccolo saliscendi. Si tratta dunque di un percorso molto semplice, adatto anche a chi non ama molto camminare, dalla durata di circa un’oretta. Ci sono vari punti d’accesso all’area del Monticino, anche se il più comodo è sicuramente quello a poca distanza dal Santuario. Qui si trovano ben 4 pannelli, ben fatti, che introducono al gesso e alla geologia.
Ognuno dei 19 pannelli del museo è numerato, scandendo così anche le varie tappe di questo percorso. Incamminandosi dal santuario si raggiunge l’inghiottitoio che porta alla Grotta della Tana della Volpe, così chiamata per via della sua forma. Proseguendo ecco il pannello 7, nella parte più esterna, dove si apre il paesaggio su tutta la valle del Lamone. Bella e inusuale è anche la vista sul Santuario, la Rocca e la Torre. La parte più spettacolare dei gessi di Brisighella è invece quella che va dai pannelli 9 al 18, con un giro ad anello. Alte pareti di gesso, superfici brulle, grotte improvvise, rocce di selenite, una vera manna per chi ama la geologia. In più, proprio sotto la parete più imponente, si trova un diorama con riprodotti gli animali preistorici ritrovati nelle grotte, un punto che affascinerà soprattutto i bambini.
Alcuni suggerimenti
Alcuni brevi suggerimenti a chi voglia visitare il posto. La visita a questo particolare museo all’aperto è gratuita e si può fare sempre. Si tratta, tuttavia, di un luogo molto particolare e fragile, per cui è dovere rispettare tutte le norme indicate nei pannelli. Non uscire quindi dai sentieri (anche perché, essendo pieno di inghiottitoi improvvisi, il rischio di cadere nelle grotte sottostanti è alto), e rispettare l’ambiente circostante. Come già ripetuto, il percorso è facile e adatto a molti, tuttavia il fondo è pietroso e talvolta sconnesso, per cui il consiglio è quello di portare calzature chiuse. Infine ricordarsi di portare la crema solare, poiché siamo in un posto simile ad un ghiacciaio: tantissima roccia bianca che riflette tantissimo i raggi del sole. Per questo è bene anche evitare la visita durante le ore più calde d’estate.