Un aspetto molto interessante di Ferrara sono le sue fortificazioni. La mura di Ferrara, infatti, sono tra le meglio conservate in Europa, oltre ad essere un vero compendio di ingegneria militare del Rinascimento. Tralasciando le mura medievali (di cui rimangono sporadiche tracce), l’attuale cinta muraria fu iniziata nel 1494, ed ampliata nel corso di tutto il Cinquecento. Passeggiando attorno alle mura di Ferrara si può così vedere l’evolversi di questa arte, in risposta all’introduzione delle sempre più potenti artiglierie e armi da fuoco negli eserciti europei. Le mura di Ferrara cingono la città a meridione, oriente e settentrione. Purtroppo le fortificazioni a occidente, dove si trovava la fortezza papale costruita agli inizi del ‘600, furono quasi tutte abbattute dopo l’Unità d’Italia. Si tratta dunque di una lunga passeggiata, ben 9 chilometri, ma che abbraccia l’intero centro storico.
Le mura di Ferrara
Il primo tratto della passeggiata è quello dei bastioni meridionali, anche perché sono i più vicini alla stazione ferrarese. Il tratto di mura costruite sul finire del dominio estense, dall’ultimo duca Alfonso II. Costeggiando ciò che resta delle fortificazioni pontificie, si raggiunge Porta Paula, punto di partenza deputato per la passeggiata lungo le mura di Ferrara. I percorsi da fare sono due: uno che passa sopra i bastioni, l’altro che li costeggia all’esterno. Passando sopra, lo sguardo spazia indiscreto sulle tegole brune, sulle finestre, sui dettagli delle vite altrui. Da sotto, invece, si osservano meglio le strutture, i cui mattoni rossicci spiccano sul verde brillante del prato. In questo tratto di 2 chilometri si attraversano i baluardi di San Pietro, Sant’Antonio e Dell’Amore. A forma di picca, assicuravano sia protezione dai colpi di cannoni, ma anche libertà di movimento alle artiglierie in difesa della città.
Le mura di Alfonso I
Il baluardo di San Giorgio si trova proprio dirimpetto la chiesa omonima, sul luogo dove con ogni probabilità Ferrara fu fondata in epoca bizantina. Da qui, invece, inizia un tratto di mura molto diverso dal precedente: iniziano infatti le fortificazioni volute da Alfonso I, nel primo Cinquecento. Dal baluardo della Montagnola (che in origine fungeva da giardino della delizia dei Bagni Ducale), la passeggiata si fa più ampia, ombreggiata da decine e decine di alberi. Si cammina, quindi, su ghiaia bianca, sul fianco il basso parapetto, e la pianura ferrarese estesa davanti allo sguardo. Un tratto lungo poco più di tre chilometri, ma che scorrono piacevoli, silenziosi, con la possibilità di prendersi molte pause nei vari giardini ricavati sui baluardi a forma di freccia.
Guardando verso la città, invece, il panorama perde d’interesse. Una serie di edifici moderni, senza pretese, distanti dal tracciato della mura. Giunti alla Punta della Giovecca, però, tutto cambia. La Prospettiva, il grande arco da cui accede al famoso corso omonimo, si staglia imperiosa sulle case circostanti, rompendo così il ritmo di intonaci e finestre. Grandi alberi celano i tre archi d’accesso a chi è sulla mura, ma il coronamento, coi suoi pilastrini a forma di vaso, spicca e sovrasta le chiome. Si riprende il cammino, nel parco intorno alle mura spuntano originali strutture in mattoni, attraversate da uno stretto canale murato. Sono i doccili, ingegnose opere idrauliche che consentivano di far defluire le acque fognarie cittadine senza inquinare il fossato. Ne sono rimaste due lungo il perimetro delle mura di Ferrara: quello di San Tommaso e quello di San Rocco.
Biagio Rossetti e le mura di Ferrara
All’improvviso il percorso delle mura si interrompe, lasciando il posto al tozzo Torrione di San Giovanni. Inizia qui il tratto più antico e più bello della Mura di Ferrara, costruito dal 1494 per includere l’Addizione Erculea, progettato dal geniale Biagio Rossetti. Le mura non sono più protette dai robusti baluardi, ma da tante torrette circolari; le pareti, invece, sono “a clessidra”, inclinate quindi verso l’interno. Il lunghissimo viale alberato costeggia la cima delle mura, toccando ambienti suggestivi. Una è la Punta della Montagnola, piccola collina artificiale, oggi con un boschetto, su cui stazionavano le artiglierie. Oppure Il Torrione del Barco, complessa torre difensiva dalle forme armoniose, firmata da Biagio Rossetti. È con la Porta degli Angeli, tuttavia, che si raggiunge il momento più alto della passeggiata, quello che collega le mura di Ferrara coi suoi più celebri monumenti.
La Porta degli Angeli
La Porta degli Angeli è, infatti, la porta d’accesso all’Addizione Erculea, la porta cittadina più importante, quella da cui entravano i visitatori più nobili e prestigiosi. A pochi passi si trova la Certosa di Ferrara e il suo cimitero monumentale, più avanti il celebre Palazzo dei Diamanti, in fondo il Castello Estense. Il punto migliore, dunque, per godersi questa parte di città a metà tra borgo e campagna. L’aspetto odierno non rende giustizia a quella che era la porta più amata dagli Estensi, la porta attraverso la quale gli Este abbandonarono per sempre Ferrara nel 1598 quando il ducato tornò nelle mani del Pontefice. Si tratta, infatti, di una semplice torre con arco, senza decorazioni, a cui è addossato un edificio spoglio, usato come abitazione fino a trentacinque anni fa. La posizione, tuttavia, è fantastica, tra i monumenti ferraresi e l’immensa distesa verde del Parco Massari.
A cinquecento metri dalla Porta, sul Saliente di Porta Catena, finisce la lunga passeggiata sulle mura di Ferrara. Una camminata lunga, piacevole, silenziosa, a stretto contatto con alcuni dei più grandi raggiungimenti di architettura militare del Rinascimento. Una passeggiata molto frequentata dagli abitanti, e che permette quindi di vivere in maniera più intima, quotidiana e ferrarese, la splendida città estense.