Solo con gli Estensi la Bassa ebbe un periodo di grande fioritura, grazie alle grandi opere di bonifica […], la quale fu alla base della grande stagione degli Este a Ferrara.
Tra Ferrara e il mare si estende un vasto territorio di canali e campagna, la Bassa ferrarese. Un territorio difficile, in passato così paludoso e malsano da essere uno dei pochi, in Italia, non abitato ai tempi dei romani. Un territorio sottomesso al Po, che con le sue infinite diramazioni, le continue e devastanti rotte, e il flusso costante di detriti, ne ha segnato la forma e impedito lo sviluppo. Solo con gli Estensi la Bassa ebbe un periodo di grande fioritura, grazie alle grandi opere di bonifica e alla continua manutenzione dei nuovi canali. Così la Bassa scoprì la propria vocazione agricola e nuova ricchezza, la quale fu alla base della grande stagione degli Este a Ferrara. Un territorio così, però, va mantenuto, e ciò non avvenne durante gli anni papali, con le paludi che tornarono a dominare distruggendo la campagna.
Per fortuna avvenne l’Unità d’Italia. Subito dopo la Presa di Roma, infatti, furono avviate nuove bonifiche, nel tentativo di rendere questo territorio di nuovo fertile. Ad inizio Novecento, però, avvenne la grande svolta, con l’introduzione dell’elettricità. Grazie alle immense turbine elettriche prodotte appositamente in Olanda e alla collaborazione dei migliori ingegneri idraulici italiani, la Bassa Ferrarese divenne un gioiello tecnologico studiato in tutto il mondo. Il Fascismo estese e migliorò le bonifiche, dando una spinta decisiva all’attuale assetto di tutto la Bassa. Queste premessa storica aiuta a capire perché il maggior impatto sul territorio sia stato dato proprio da coloro che più di tutti hanno lavorato sulle bonifiche. Oggi, infatti, le attrazioni più interessanti da vedere sono proprio quelle costruite in queste tre fasi. Senza considerare le molti aree umide che puntellano tutta la Bassa, e che formano un patrimonio naturalistico inestimabile.
Come accennato, gli Estensi furono i grandi protagonisti della fioritura di questa zona. I grandi investimenti in bonifiche comportarono il recupero di vaste campagne, la nascita di nuovi paesi, e la crescita di quelli esistenti. Come segno del loro potere, costruirono una moltitudine di ricchissime ville su tutto il territorio, le Delizie, da pochi anni protette dall’UNESCO. Molti paesi, dunque, hanno la loro fastosa villa rinascimentale da esibire, alcune dai nomi molto curiosi. Villa del Verginese, della Mensa, del Benvignate, di Belriguardo, puntellano il territorio con le loro forme rinascimentali, dandoci una pallida idea dell’immensa ricchezza estense. I duchi ferraresi, però, non furono i soli a imprimere con l’architettura il proprio potere nelle nuove campagne, poiché lo fece anche la corte. Nella Bassa, quindi, si trovano anche le ville dei più importanti dignitari, formando così una rete di dimore unico al mondo.
Come nel 1208 il Papato concesse il feudo di Ferrara a Azzo VI d’Este, nel 1596 se lo riprese alla morte di Alfonso II. La gestione papale fu alquanto sciagurata, e si dovette attendere l’Unità d’Italia per una nuova ripresa economica. Fu in questa fase che i tanti paesi della zona assunsero un nuovo, più moderno, aspetto. Si rivestirono di edifici civili monumentali, di teatri, di luogo di ritrovo, a seguito della ritrovata ricchezza con le nuove bonifiche. A questo periodo risalgono le prime grandi bonifiche meccaniche, eseguite sfruttando grandi turbine elettriche. Questi antichi impianti, oggi ovviamente sostituiti da tecnologie superiore, funzionano ancora, e sono trai musei più interessanti da vedere nella zona. Fare un salto a Saiarino, nel comune di Argenta, per convincersene. Paesi come Tresigallo sono una testimonianza del periodo fascista, così sospesa nel tempo da sembrare ferma al 1940.
La Bassa ferrarese, però, è anche una zona dalla grande importanza ambientale. Sono molte, infatti, le aree umide distribuite sul territorio, autentici scrigni di biodiversità, e luoghi molto frequentati da fotografi e amanti del birdwatching. Luoghi da visitare a piedi, oppure in bici, accompagnati da miriadi di aironi, nitticore, cavalieri d’Italia, fenicotteri, per un’immersione totale nella natura. Si può così andare ad Argenta, dove si trova l’Oasi di Campotto, poco nota eppure di grande importanza ambientale. Oppure ad Ostellato, dove le Vallette offrono rifugio a migliaia di uccelli. Senza considerare le famose Valli di Comacchio, a breve distanza dal mare, che formano una delle zone umide più importanti d’Italia.
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