Situata sulle sponde dell’omonimo torrente, Parma è una città tranquilla, immersa nelle vaste campagne della pianura Padana, dove il buon cibo è di casa. Rinomata, appunto, per le sue prelibatezze gastronomiche, Parma è una delle grandi città d’arte italiane, nota […]
Situata sulle sponde dell’omonimo torrente, Parma è una città tranquilla, immersa nelle vaste campagne della pianura Padana, dove il buon cibo è di casa. Rinomata, appunto, per le sue prelibatezze gastronomiche, Parma è una delle grandi città d’arte italiane, nota in tutto il mondo per le sue piazze, gli incredibili ambienti dipinti, e la sua tradizione lirica. In origine libero comune, fu elevata nel 1545 a Ducato (insieme a Piacenza) da papa Paolo III Farnese, desideroso di sistemare il figlio illegittimo Pierluigi. Divenuta capitale dopo l’assassinio di questi, per Parma si aprì un periodo di prosperità, sia sotto i Farnese, sia sotto i Borbone, quando divenne lo stato più francesizzato d’Italia. Parma è, tuttavia, legata soprattutto con Maria Luigia d’Austria, figlia dell’imperatore austriaco e imperatrice di Francia come consorte di Napoleone. Il suo governo fu talmente illuminato, che ancora oggi i parmigiani la ricordano con affetto.
Alla duchessa si deve il grandioso Teatro Regio, uno dei più famosi teatri lirici del mondo. Appassionata di musica, patrocinò anche un giovanissimo Giuseppe Verdi, quando ancora era solo un promettente studente. Alla duchessa è dedicato il vicino museo Glauco Venturi, in cui sono raccolti numerosi suoi cimeli. Tornando invece alla dinastia Farnese, dinanzi al museo si spalanca l’edificio che più di tutti racconta la loro ricchezza: il palazzo della Pilotta. Questo immenso edificio, incompleto, nacque per accogliere gli ambienti di servizio della corte Farnese. Oggi, invece, è un autentico palazzo dei musei. Oltre al Teatro farnese, delizioso teatro barocco, si trova la biblioteca palatina e il museo bodoniano, dedicato a Bodoni, padre della moderna tipografia. Su tutti, però, spicca la Galleria nazionale di Parma, che racchiude opere grandiose come La Scapigliata di Leonardo da Vinci, la Madonna di San Gerolamo del Correggio e la Schiava Turca del Parmigianino.
Seguendo le orme dei grandi maestri ci avviciniamo all’ex-monastero di San Paolo, dove visse la colta badessa Giovanna da Piacenza. Le sue stanza private furono affrescate da un giovane Correggio, il quale dipinse un ambiente simbolico, raffinato, delicato, incredibilmente rinascimentale. Alla Basilica della Steccata, invece, lavorò il Parmigianino. Sue le delicate Tre vergini, nel sottarco del catino absidale, opera in cui il Mazzola espresse al meglio la propria pittura fantasiosa e anticlassicista. Tutta la basilica, tuttavia, è un meraviglia rinascimentale, grazie anche agli affreschi di Michelangelo Anselmi e la bellissima cupola di Bernardino Gatti. Non da meno è l’Abbazia di San Giovanni Evangelista, le cui pareti affrescate lasciano stupefatti. Su tutte è la cupola, dipinta dal Correggio, dove per la prima volta sperimenta il motivo a spirale che lo ha reso famoso nei secoli. Del complesso fa parte anche l’Antica Spezieria, che conserva ancora il mobilio originale.
Appena pochi passi dividono l’abbazia dalla grandiosa Cattedrale di Santa Maria Assunta. Tra le maggiori opere romaniche d’Europa, la sua costruzione iniziò sul finire del XI secolo; tuttavia, il devastante terremoto del 1117 ne impose una seconda edificazione. Fu così che, nel nuovo cantiere, emerse la figura di Benedetto Antelami, la cui scultura è una delle vette più alte dell’arte romanica. La sua Crocifissione, conservata nel transetto destro, ne è esempio lampante. Se dal romanico passiamo al rinascimento, lo sguardo non può che cadere sull’Assunzione della Vergine della cupola, in assoluto l’opera più famosa del Correggio. Il prospetto di piazza duomo è concluso dal Palazzo Vescovile, ma soprattutto dal Battistero. Questo splendido edificio a pianta ottagonale, dai portali riccamente scolpiti, è forse il simbolo della città. Anche qui si esalta la scultura di Benedetto Antelami, col bellissimo Ciclo dei Mesi conservato al suo interno.
Parma, tuttavia, si caratterizza per l’ampia presenza di parchi nel suo centro storico. Merito soprattutto dei Farnese, che vollero circondarsi di giardini. Si comincia dal Parco della Cittadella, che occupa lo spazio della cinquecentesca fortezza cittadina. Questa fortezza, costruita più per bellezza che per effettiva utilità, fu voluta dal duca Alessandro Farnese, generale di Spagna, è modellata sulle mura di Anversa, espugnata dal Farnese dopo un lungo e interminabile assedio. Sui viali, un tempo meta di ampie passeggiate, si erge il settecentesco Casino Petitot, uno dei primi cafè d’Europa. L’altra grande area verde è il Parco Ducale, che si estende attorno al magniloquente Palazzo ducale. Sistemato nel Settecento, l’area è puntellata da sculture e scenografie neoclassiche, come il tempietto arcadico, oltre ad un laghetto al cui c’entro s’erge la Fontana del Trianon. Qui vi è anche il Palazzetto Eucherio-Sanvitale, tra le poche dimore rinascimentali ancora conservate.
Il parco è la porta d’accesso per il sorprendente quartiere di Oltretorrente. Situato sull’altro lato del fiume Parma, è l’anima popolare della città, quella un tempo fuori le mura cittadine, eppure nasconde così tanta storia da rivaleggiare col più blasonato centro. Ne è esempio la Chiesa della Santissima Annunziata, il cui profilo tutto absidi pieni e vuoti è una gioia per lo sguardo. La sua particolare pianta a doppia ellisse è così innovativa, che un architetto come lo Juvarra se ne ispirò per le sue più belle opere torinesi. Non da meno è la Chiesa di Santa Maria del Quartiere, coi suoi particolari tre avancorpi addossati alla chiesa, esempio del talento di Alessandro Aleotti, detto l’Argenta. Più antica, invece, la Chiesa di Santa Croce, vicina all’omonima porta rinascimentale. Vi si accede dal portale del XIII secolo, e conserva ancora numerosi capitelli scolpiti a figure fantastiche di epoca romanica.
Meritano una visita anche i dintorni della città, a cominciare dalla sua Certosa, a quasi tre chilometri dal centro. Di origini medievale, la certosa, dalle pareti giallo Parma, si staglia tra le campagne coltivate a grano. Sebbene non abbia mai ospitato frati certosini, anche l’abbazia di Valserena è nota ai parmigiani come certosa. Anch’essa immersa nella campagna, ha una bella facciata barocca, ma il suo corpo, invece, tradisce la sua origine gotica. Da non perdere anche le antichi pievi, a cominciare da quella di San Geminiano a Vicofertile. Costruita tra l’XI e il XIII secolo, conserva i capitelli romanici e uno splendido fonte battesimale scolpito del XIII secolo. La pieve di San Pancrazio, infine, era già nota nel 1002, e conserva affreschi del XIV secolo.
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