Reggio Emilia, infatti, è una città particolare, molto diversa dagli altri centri emiliani. Un carattere che non lascia indifferente, è che ha contribuito a renderla una delle capitali del patriottismo risorgimentale italiano.
Chiunque sia stato a Reggio Emilia la descrive come una città tranquilla e placida. La Pianura Padana che si estende infinita oltre le sue mura, le pacate vie pedonali del centro, il cibo che da queste parti è sempre buono. Persino la sua storia riflette questo senso di calma imperterrita. Mai una volta Reggio Emilia risalta nei libri di scuola. Non fu capitale, non ebbe una corte, non partecipò a guerre e non richiamò grandi artisti. Dopo alterne vicende nel periodo comunale divenne, per procura, un dominio Estense nel Quattrocento, e da quel momento si evolse per conto suo, con le sue laboriose industrie. Da una parte è stata la sua grande fortuna: Reggio Emilia, infatti, è una città particolare, molto diversa dagli altri centri emiliani. Un carattere che non lascia indifferente, è che ha contribuito a renderla una delle capitali del patriottismo risorgimentale italiano.
Il Centro storico ne è esempio. Ancora oggi, infatti, mantiene il suo impianto medievale fatto di vie strette, vicoli ricolmi d’archi, strade che si concatenano l’una con l’altra, ed improvvisi spazi aperti. Piazza Prampolini, il cuore di Reggio, si apre così. Qui vi si affacciano tutti i luoghi del potere reggiano, a cominciare dalla Cattedrale, di forma gotica ma dai marmi rinascimentali. Al suo fianco, un tempo, vi era il Battistero, oggi inglobato nel Palazzo Vescovile, ma la cui facciata a capanna si stacca netta da quella del palazzo. Da un lato, invece, si staglia il Palazzo Comunale, con la sua facciata colma di colonne. Al suo interno, nel gennaio del 1797, fu issato per la prima volta il Tricolore italiano. Da qui, dopo un rapido sguardo alla Torre del Bordello, ci si immette nel Broletto, suggestivo passaggio voltato aperto nel Medioevo.
Questo passaggio conduce in Piazza San Prospero, tra le più suggestive della città. L’abside della cattedrale si erge gigantesca sui portici della piazza, mentre la Basilica di San Prospero domina con la sua facciata barocca e il campanile ottagonale. Una chiesa importante, tutta affrescata, a cui collaborò persino Giulio Romano. A piazza Prampolini si collega anche Piazza Del Monte, dove s’erge il Palazzo del Podestà, dalle inconfondibili trifore e merlature. Da qui, arrivare al grande Teatro Romolo Valli sono pochi minuti. La sua immensa facciata è un fiorire continuo di statue e decorazioni. Nella zona, inoltre, da non perdere sono i musei, a cominciare dalla Galleria Parmeggiani, con la sua collezione d’arte e il portale proveniente dalla Spagna del Cinquecento. Il Palazzo dei Musei, invece, è uno straordinario complesso di tante collezioni diverse, alcune delle quali imperdibili, come quella naturalistica, rimasta come la sistemò Spallanzani alla fine del Settecento.
Lungo la via Emilia si concentrano alcune delle opere più interessanti della città. La parte verso Modena è chiamata Emilia San Pietro, dalla Chiesa di San Pietro, i cui chiostri sono il più alto raggiungimento della Rinascimento reggiano, ispirati nella forma al mantovano Palazzo Te. Anche la Chiesa di San Domenico è nota per i suoi bellissimi chiostri. La Chiesa di San Girolamo e Vitale, invece, è una stravagante unione di più chiese diverse, in parte copia del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Palazzo Fontanelli-Sacrati, invece, ha il più bel portale d’accesso della città. Sul lato verso Parma, noto come Emila Santo Stefano dalla Chiesa di Santo Stefano, si trova la chiesa più importante della città: la Basilica della Ghiara. Innalzata nel Seicento, richiamò in città i principali artisti barocchi emiliani, per un edificio che influenzò la spiritualità del piccolo Ducato di Modena e Reggio.
Uscendo dal centro cittadino, vale la pena arrivare fino al Mauriziano, la villa dove crebbe Ludovico Ariosto. Il poeta reggiano scrissi a lungo delle stanze affrescate della villa, ancora oggi ben conservate. Se invece si preferisce qualcosa di più moderno, ecco i Ponti sull’A1 e la Stazione AV Mediopadana, progettate dal famoso architetto spagnolo Santiago Calatrava. Una visita approfondita merita invece la Reggia di Rivalta, oggi in stato di abbandono ma nel Settecento tra le dimore più lussuose d’Europa. Costruita per Carlotta d’Orleans, vi si svolgevano feste grandiose, capaci di pareggiare quelle di Versailles. Con l’arrivo di Napoleone, tuttavia, il complesso fu in parte distrutto e abbandonato, e solo nell’ultimo decennio si sta provano un difficile recupero. In appoggio alla Reggia vi è la splendida Vasca di Corbelli, un lago con isola artificiale che serviva ad alimentare le tante fontane della reggia.
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