Una zona molto verde, tranquilla e silenziosa, circondata da file di dolci monti coperti di boschi, interrotti all’improvviso da calanchi gessosi.
La valle del Senio segue il corso del fiume Senio, ed è una delle molte valli tipiche dell’Appennino tra Romagna e Mugello. Zona molto verde, tranquilla e silenziosa, è circondata da file di dolci monti coperti di boschi, interrotti all’improvviso da calanchi gessosi. In passato era un luogo remoto e isolato, dove la presenza umana era rara e molto diradata: poco è cambiato ai nostri giorni, appena qualche migliaia di cittadini vivono in questa valle silenziosa, spesso distribuiti in tante piccole frazioni molto distanti tra loro.
Area di confine tra mondo bizantino e longobardo, in antichità molti eserciti si confrontarono nelle sue terre. Lo stesso Monte Battaglia, la cui vetta piana sorveglia l’abitato di Casola, potrebbe chiamarsi così per una battaglia avvenuta sulla sua cima ai tempi dei goti; al di là della leggenda, sul monte si svolse realmente una violenta battaglia: nell’inverno del 1944, si scontrarono tedeschi e alleati, prima americani e poi inglesi, per uno degli eventi più cruenti dell’intero fronte della Linea Gotica, con migliaia e migliaia di morti.
Risalendo dalla Toscana si incontra il piccolo centro di Casola Valsenio. Zona remota, intorno all’anno Mille fu luogo di ritiro spirituale, con la fondazione dell’Abbazia di Valsenio, che con la sua facciata romanica accoglie ancora oggi i visitatori provenienti dalla piana. Casola è una metà piacevole per il trekking, per via dei molti sentieri che attraverso i fitti boschi che la circondano. Uno di questi raggiunge la vetta del Monte Battaglia, ricalcando i percorsi dei soldati durante la guerra. Qui si erge la solitaria torre medievale dell’antica fortezza che un tempo dominava la valle, e il Monumento alla Pace dei Popoli, le cui figure emergono dal terreno con toccante senso del tragico. Dalla vetta si gode un bellissimo panorama su tutta la Romagna, che ripaga lo sforzo per raggiungerla.
Casola è anche il paese del Giardino delle Erbe, fondato negli anni ‘30 dall’agronomo Augusto Ceroni. Qui si trovano raccolte decine e decine di specie di erbe officinali, il che lo rende uno dei più importanti parchi europei del genere; inoltre vi sono trovano tante specie di fiori e frutti non più coltivati. Ogni anno, ad ottobre, il Festival dei Frutti Dimenticati, permette a tutti di riscoprire il sapore di questi prodotti della terra ormai scomparsi. Il Giardino si trova sulla Strada della Lavanda, uno dei percorsi più interessanti della regione. Centinaia di pinate di lavanda crescono spontanee tra i calanchi gessosi del territorio, trasformando Casola in una piccola Provenza durante la fioritura.
Lasciando Casola Valsenio e scendendo per la valle, si arriva al centro principale della Valle del Senio: Riolo Terme, zona famosa per le sue acque e argille curative fin dal Rinascimento. Le terme attuali furono costruite dopo l’Unità d’Italia, e hanno permesso a Riolo di diventare famosa quanto gli altri importanti centri termali italiani. Ancora oggi sono molti coloro che vengono qui per godere delle sue acque o trovare momenti di relax.
Il gioiello di Riolo, oltre le sue celebri terme, è la Rocca Sforzesca, che fa bella mostra di sé nel centro cittadino. Costruita nel XIV secolo, rientra tra le “Rocche di transizione”, ovvero quelle rocche che sono in parte moderne e in parte medievali, costruite durante gli anni in cui furono introdotte le armi da fuoco. Molto ben conservata e caratteristica, ospita al suo interno il Museo del Paesaggio dell’Appennino Faentino, in cui si raccontano le caratteristiche del territorio.
Nella frazione Borgo Rivola, si può visitare la Grotta di Re Tiberio, una delle maggiori della Vena del Gesso Romagnola, conosciuta e sfruttata sin dall’antichità.
Guida scritta in collaborazione con Claudio Casadio, direttore della Pinacoteca di Faenza. Si ringrazia l’Unione dei Comuni della Romagna Faentina per averci concesso l’uso dei testi.
Share this tourCasola Valsenio è un paese con molti percorsi alternativi. Il primo che suggeriamo è relativo alle chiese millenarie del territorio.
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